HATHA YOGA APLOMB
Il corso di di Hatha Yoga Aplomb è caratterizzato da pratiche che tengono conto di tutti gli elementi essenziali dell’Hatha Yoga, dalle asana al pranayama, dai bandha alle mudra.
C’è però un elemento chiave che guida la pratica e la composizione della stessa, ed è il concetto di Aplomb Cosmique, una forma di sapienza posturale innata secondo cui il corpo tende verso una verticalità perfetta, rinnovando la funzione di sostegno dello scheletro.
Questo principio viene formulato da Noelle Perez Christiansen. una yogini di origine francese che lo applica in maniera cosciente alla pratica yogica.
Dopo aver studiato in Francia negli anni “50, si reca in India per incontrare B.K.S. Iyengar, di cui diventa allieva. Noelle Perez definisce l‘aplomb una posizione di ricezione ottima che permette di collocarsi nello spazio con la minore tensione possibile, grande esempio sono i bambini nei loro primi passi, o le popolazioni che sostengono dei pesi sopra il capo.
Questa condizione appartiene a tutte le persone, ma gli stili di vita stressanti possono comprometterla.
Le asana diventano degli strumenti preziosi per intercettarla ed esperirla.
Praticare alla luce del principio dell’ Aplomb Cosmique, significa abbandonarsi in maniera progressiva allo spazio circostante, raffinando la propriocezione ed eleggendola come “guida cosciente”.
Praticare l’Hatha Yoga guidati da questo principio permette a chiunque di vivere la pratica in modo sensibile e non prettamente ginnico e volitivo.
Trascorrendo un tempo più dilatato nelle posture, è possibile avviare un dialogo con la gravità tra i punti del corpo in cui maggiormente si scarica il peso. Un corpo “in appiombo” sfrutterà la gravità come esortazione al rilassamento e alla levità: il flusso del peso e quello energetico possono fluire e coinvolgere in maniera sensibile e percettiva tutto, fino alla pelle.
Il corpo si organizzerà intorno a un reticolato invisibile di linee e piani, ma pienamente presente, a sostegno, favorendo una grande leggerezza posturale e contribuendo a disfare le resistenze fisiche e psichiche .
Si tratta di sentire e ricercare tutto quello che favorisce lo scarico più fisiologico del peso nel pavimento, non usando i muscoli, ma intensificando il rapporto con la perpendicolarità.
Tutto ciò si riflette in modo diretto con l’esperienza interiore, come se ogni postura potesse essere una porta d’accesso per lo stato meditativo.
L’insegnante
Francesca Siracusa
Danzatrice professionista, membro stabile della Compagnia Mòra, di Claudia Castellucci, Leone d’Argento alla Biennale Danza 2020 di Venezia.
Nel 2013 incontra lo yoga con Salvatore Alfieri (allievo di Giorgio Furlan) in Sicilia e successivamente con Marisa Giorgini a Bologna. Insegnante Yoga certificata, ha frequentato la formazione per insegnanti di Hatha Yoga “I vasi comunicanti”, condotta da Francesca Proia a Ravenna. Le sue pratiche sono composte secondo una logica appresa in questo percorso formativo, che mette in dialogo le tecniche psicofisiche dell‘Hatha Yoga, e le tecniche tantriche. Particolare importanza viene data al Pranayama, quell’aspetto tecnico dello Yoga legato al respiro, come strumento per approfondire il rapporto con il tempo e con la coscienza interiore.
“Lo Yoga non ha paragoni perché finisce per configurarsi come una pratica che, una volta intrapresa, lascia prendere le redini all‘inconfondibile senso di direzione interiore che sorge attraverso la pratica, così che le tecniche, a partire da un certo punto in poi, smettono di dirigere e finiscono piuttosto per costeggiare l’esperienza, punteggiando l’evento della psiche che incontra se stessa nel corpo”.
Francesca Proia